Conosciuto in tutto il mondo come “Il Trenino Rosso”, così soprannominato dal colore fiammante dei suoi vagoni, è un gioiello che appartiene alla Ferrovia Retica che dal 2008 è entrato a far ufficialmente parte del Patrimonio Mondiale dell’Unesco.
Il treno più alto d’Europa vi farà vivere un esperienza unica al mondo, attraversando paesaggi spettacolari con viste mozzafiato, viadotti, curve panoramiche e scalate affrontando pendenze del 70 per mille, toccando il cielo fino ai 2.253 metri di altezza senza l’uso della cremagliera.
È senza dubbio un miracolo dell’ingegneria moderna e non a caso lo considerano il treno più bello del mondo!
Il Bernina Express collega il capolinea italiano della città di Tirano alla rinominata località svizzera St. Moritz, attraversando il cantone dei Grigioni e la regione dell’Engandina.
SCOCCA L’ORA DI PARTIRE!
Zaino in spalla, biglietti del treno, orari del Bernina Express in tasca e documenti validi per l’espatrio nel portadocumenti: che il viaggio abbia inizio!
Quasi ogni ora parte un treno che da Tirano va a St.Moritz; il vostro viaggio durerà circa 2h30/2h45 minuti.
I treni si differenziano tra regionale e panoramico, ma la tratta è unica, incantevole, mozzafiato! Ricordatevi che la tratta toccherà due stati: Italia e Svizzera dove le rispettive monete sono l’Euro ed il Franco Svizzero quindi, se in qualche cassetto o tasca di vecchi pantaloni trovate dei franchi portateli con voi, altrimenti non preoccupatevi! Potete fare acquisti pagando anche in Euro, ma ricordatevi che solitamente riceverete il resto in Franchi quindi, a mio avviso, la modalità migliore di pagamento resta la carta di credito o bancomat internazionale, che viene accettata anche per piccoli importi.
DOVE PARCHEGGIARE A TIRANO
Se decidete di raggiungere Tirano con la vostra auto potrete parcheggiarla dietro la stazione, in Via Calcagno, di fianco alla stazione degli autobus, dove c’è un parcheggio gratuito per auto e moto. Siccome il parcheggio è molto gettonato arrivate almeno 40 minuti prima rispetto la partenza del treno!
Di domenica sono comodi anche gli altri parcheggi, quelli contraddistinti dalle righe “blu”, solitamente a pagamento, ma che nei giorni festivi sono comunque gratuiti.
LE TAPPE PIÙ BELLE
La tratta Tirano – St. Moritz è un percorso che dura circa 3 ore. Con l’acquisto del tuo biglietto puoi decidere se e quando fermarti dipendendo dal pacchetto che hai deciso di acquistare. Di seguito ti racconto quali sono, secondo me, le tappe più belle del percorso e le cose che non puoi assolutamente perderti in ognuna di esse!
Partendo da Tirano, dopo pochi km si oltrepassa il confine fra Italia e Svizzera passando prima per Campocologno per poi continuare la sua ascesa grazie ad uno degli elementi più famosi di tutta la tratta, ovvero il viadotto elicoidale di Brusio.
Quindi tieniti pronto! Macchina fotografica tra le mani, finestrini abbassati e pronti a scattare la foto ricordo di questo viaggio incantato!
Il viadotto è il manufatto in pietra sul quale la ferrovia retica descrive un quarto di cerchio con un raggio di 70 metri. Lo scopo della struttura e delle sue nove campate regolari di dieci metri ciascuna era di prolungare artificialmente la tratta e consentire di superare così il dislivello senza l’uso di una cremagliera. Un vero e proprio mostro dell’ingegneria che non a caso diventò parte del Patrimonio Culturale dell’Unesco. Una sfida perfettamente riuscita divenuta un’opera d’arte famosa in tutto il mondo!
Superata questa famosa e imperdibile fermata, si continua a salire costeggiando il Lago di Poschiavo facilmente ammirabile dalle fermate di Miralago, Le Prese e l’ononimo Poschiavo.
Questo meraviglioso specchio d’acqua ha origini molto antiche, frutto di una frana che ha portato a valle un gran pezzo della montagna impedendo così il normale deflusso delle acque. Il lago sorge a 962 metri di altitudine nel cuore della Valposchiavo ed è interamente circondato da montagne che si riflettono su di esso come su di uno specchio e quando passa il trenino del Bernina lo spettacolo sulla superficie increspata dell’acqua si tinge di rosso, ed in quel momento parte la magia!
Lasciato alle spalle Poschiavo, il lungo serpentone rosso si inerpica sul versante della montagna e inizia il suo viaggio tra ponti e gallerie fino alla imperdibile stazione di Cavaglia, famosa per il suo bellissimo Giardino dei Ghiacciai e delle sue “Marmitte Giganti”; un gioiello della natura causato da glaciazioni millenarie in cui narra, una delle leggende, che in quelle enormi buche glaciali gli abitanti dei villaggi circostanti vi gettassero dentro le streghe.
Proseguendo il suo tragitto, il trenino inizia a salire fino ad Alp Grüm la cui fermata è consigliata per gli amanti dell’escursionismo e delle fotografie. Il rifugio è a 2091 m e questo è il panorama sul ghiacciaio Palü e sulla Valposchiavo. Vi ho convinto?
Da Alp Grüm il treno si arrampica fino al punto più alto della linea del Bernina, “Ospizio Bernina” ad oltre 2300 metri di altitudine.
In questa tappa ti consiglio di fermarti e scendere per ammirare da vicino lo splendido spettacolo di colori del Lago Bianco e del Lago Nero. La differenza del colore è dovuto all’afflusso dell’acqua che proviene dal ghiacciaio e dona al Lago bianco un colore più chiaro rispetto al suo vicino che invece ne è privo, alimentato solamente da piccoli corsi d’acqua.
LA LEGGENDA DEL LAGO BIANCO E LAGO NERO
Narra una leggenda di un amore non corrisposto tra lo Spirito dei Boschi ed una Fata.
Dopo innumerevoli rifiuti, lo spirito decide di rapire la fanciulla imprigionandola in una gabbia. La ragazza dopo diversi tentativi riesce a scappare e si rifugia dalla Madonna delle Nevi chiedendo con disperazione il suo aiuto e protezione.
Nonostante la sua autorevolezza, la Madonna delle Nevi dice di essere impotente davanti allo Spirito dei Boschi e le suggerisce di rifugiarsi nelle acque del lago, dove secondo lei lo Spirito non l’avrebbe trovata. La fanciulla disperata decide di accettare questa terribile soluzione nascondendosi tra gli abissi del lago, che per via della sua anima bianca e pura acquisì il nome di Lago Bianco.
Lo Spirito dei Boschi, disperato per questa scelta, si gettò nel piccolo laghetto sovrastante che per via del colore dei suoi occhi e della sua anima cupa, divenne il Lago Nero.
AVETE MAI PROVATO A DORMIRE A QUASI 3000 METRI D’ALTEZZA?
Quando l’ultima funivia lascia la Diavolezza per ritornare a valle, nel rifugio Berghaus cala il silenzio.
Il rifugio Diavolezza è la perfetta occasione per provare questa esperienza; ed oltretutto la vista lassù è impressionante! Da qualsiasi punto puoi ammirare le vette di Piz Palü e Piz Bernina fino al ghiacciaio Morteratsch.
Superando un dislivello di circa 1.000 metri la funivia conduce in circa 10 minuti al rifugio Diavolezza a 2973 metri. La sua terrazza affacciata sul maestoso gruppo del Bernina permette di ammirare uno dei panorami più belli delle Alpi.
Si riparte! Dopo alcuni minuti di tragitto ecco che il treno inizia una lieve discesa, preparate la macchina fotografica e guardate sul lato sinistro. Dopo la curva di “Montebello”, apparirà davanti a voi il panorama della catena del Piz Bernina con la lingua del ghiacciaio ben visibile: la vostra prossima stazione! Morteratsch.
LA LEGGENDA DEL GHIACCIAIO MORTERATSCH
Attorno al Ghiacciaio del Morteratsch si celano due tristi leggende, una un po’ più fantasiosa e una un po’ più romantica.
La prima leggenda narra che sui monti viveva una fata di rara bellezza che di tanto in tanto si rinfrescava nelle acque del Lago di Diavolezza. Un giorno alcuni cacciatori seguirono lei ed i suoi camosci per scoprire da dove proveniva.
La dimora della fata era un castello edificato tra le rocce più impervie nella zona del Munt Pers e sparì per incanto appena la fata tornò, lasciando davanti agli occhi dei cacciatori solo un labirinto di rocce e crepacci nel quale si persero senza più ritrovare la strada di casa. Fra questi cacciatori c’era anche Aratsch. Si narra che da allora un lamento che cita “Mort ais Aratsch” percorre quel versante della montagna. Il lamento fu udito da molti e si decise quindi che l’alpe dovesse prendere quel nome. Per questo oggi si chiama Alpe Morteratsch.
La seconda leggenda narra che su questo ghiacciaio si è consumata una storia d’amore degna di Romeo e Giulietta. Un tempo, dove ora si trovano solo rocce e ghiaccio, si trovavano diversi pascoli e baite dove la vita scorreva felice e nuovi amori nascevano dal nulla, proprio come quello di Teresa e Eratsch. Teresa era una giovane fanciulla talmente bella da essere chiamata la “rosa della montagna” e aveva fatto innamorare il giovane Eratsch.
Purtroppo però il loro amore era ostacolato dalle famiglie, tra le quali non correva buon sangue perché in contrasto su questioni legate al possesso di alcuni terreni, le quali segregarono in casa la bella ragazza e fecero partire Eratsch per combattere in una terra lontana. Teresa, convinta che non avrebbe mai più rivisto il suo amato, cadde in depressione e morì per il dolore. Ma Eratsch ritornò, convinto di poter riabbracciare la sua amata. Venuto a conoscenza della morte di Teresa, sconvolto dal dolore scappò sulle montagne fino a raggiungere Isla Persa e si gettò in un profondo crepaccio. L’anima di Teresa continuò a vagare nella valle in cerca del suo amato e gridando la sua morte.
I lamenti della giovane ragazza raggiunsero un vecchio pastore che viveva nella valle, il quale ogni notte pieno di compassione si recava ai piedi della montagna per ascoltare il lamento della ragazza. Come ringraziamento si pensa che Teresa fece rinvigorire i pascoli e fece produrre più latte alle mucche.
Purtroppo il pastore, invecchiando, non riuscì più a raggiungere le pendici della montagna e chiese aiuto ad un giovane, raccomandandogli però di non seguire o infastidire la giovane ragazza. Il giovane non mantenne la promessa e un bel giorno decise di seguire Teresa la quale, infastidita, scomparve e gettò una maledizione su tutta la valle. Tutto ciò che un tempo era ricoperto da pascoli verdeggianti scomparve e venne ricoperto dal ghiacciaio che avanzò fino al punto da cui si gettò il giovane Eratsch.
Ancora oggi infatti è possibile osservare Isla Persa, l’unico sperone di roccia isolato all’interno del Ghiacciaio del Morteratsch e si dice che durante le notti tempestose sia ancora possibile scorgere lo spirito di Teresa vagare intorno alla tomba del suo amato.
CAPOLINEA
Dopo quasi tre ore abbondanti di viaggio, ricco di emozioni e panorami mozzafiato, siete arrivati a St.Moritz.
COSA VEDERE A ST. MORITZ
Per una visita al paese “chic” dell’Engadina potrete calcolare circa un paio di ore, sappiate che allo scoccare del 48° minuto di ogni ora un trenino riparte alla volta di Tirano.
– Badrut’s Palace Hotel: uno dei più famosi hotel di lusso di St.Mortiz,
– Chesa Veglia: tradizionale e antica casa engadinese che risale al 1658,
– Chesa Futura: curiosa costruzione di fama mondiale dell’architetto Lord Norman Foster,
– Torre pendente: dell’antica chiesa cattolica di San Maurizio e scultura del Corridore di Skeleton.
Gambe in spalla e via! Siete giunti al capolinea di questo viaggio entusiasmante pieno di emozioni, immagini, racconti e ricordi da portare a casa!